Ho finito un altro libro: "Il paradosso del tempo" di Philip Zimbardo. Tutto sommato è stato molto interessante. Si tratta della psicologia del tempo, cioè i modi in cui percepiamo il tempo come una condizione in cui vivere. Secondo Zimbardo, ci sono cinque modi di pensare il tempo. Essi sono il passato-positivo, il passato-negativo, il presente-edonistico, il presente-fatalistico, infine l'orientamento sul futuro. Quindi, ci sono delle persone che vivono soprattutto in uno di questi "orientamenti", ciò influenza la loro vita molto più di quanto non se ne rendano conto.
Tanto per cominciare, coloro i quali hanno avuto un passato molto traumatico, e in più vivono come si può dire "nel passato" non riescono a estrarsi da questi avvenimenti. Secondo questa psicologia del tempo, il passato è importantissimo per tutti noi, perché ci dà una continuità, ci dà delle radici. Senza un passato felice (o almeno un passato tranquillo), non si può vivere serenamente il presente.
Poi, c'è il presente. Ci sono delle persone che vivono "l'adesso" vivacemente, ma ci sono anche quelle per cui la vita non ha senso, è tutto deciso, non si può cambiare nulla. Quest'ultimo orientamento è distruttivo e ci fa cadere nella depressione.
Infine, c'è il modo in cui concepiamo il futuro. Per cui, per coloro i quali il futuro è più importante del presente, il vivere è sempre schiavo dell'orologio, lottando contro il passare del tempo.
Come ho detto, mi è piaciuto questo libro, ma non è proprio un testo di letteratura. Questi libri su base scientifica contengono molte note bibliografiche, attraverso le quali puoi accedere alle fonti scientifiche. Ma per questo sono anche un po' pesanti. Sono stati scritti per essere precisi, non per essere belli da leggere.