Chi impara le lingue sul serio probabilmente conosce il nome Krashen, o almeno conosce il principio per il quale lui è noto. È lo stesso che si trova alla base dei metodi di noti poliglotti come alljapaneseallthetime.com e Steve Kaufmann. Il principio si chiama "The input hypothesis", che si potrebbe tradurre in "L'ipotesi del osservatore".
Veramente è molto semplice. Si tratta di un lungo periodo durante il quale non fai nient'altro che osservare la lingua che vuoi conoscere. Puoi non capire neanche una parola, tuttavia si dice che i nostri cervelli siano stati formati per migliaia d'anni precisamente per eseguire questo compito (tra altri, naturalmente). Così dovrebbe bastare osservare (come fanno i bambini), e piano piano cominciare a capire qualcosa. Persino Noam Chomsky ha detto che non sarebbe possibile per i bambini imparare le lingue senza avere qualche meccanismo impiantato in testa per farlo, perché quasi mai si sono trovati dei casi in cui delle persone abbiano fallito ad imparare la lingua materna, in qualsiasi circostanza si fossero trovati nella vita.
Inoltre, si dice che non è per niente consigliato per chi vuole imparare di fare pratica al più presto possibile, come si fa abitualmente nei corsi di lingue. Se accettiamo l'idea che impari da ciò che osservi, vuol dire che verrai ad imparare dai tuoi stessi errori, e quanto più li ripeti tanto più saranno rafforzati. Questo può sembrare un po' sconvolgente, non diresti?
Ma Krashen ha anche condotto una ricerca sull'abilità dello scrivere. Ritiene che - e questo è molto interessante, visto che lo sto facendo proprio adesso - non si guadagna nello scrivere, non ce n'è bisogno per migliorare! La verità è che non ho ancora scritto molto in italiano, per lo più sono stato.. ad osservare. Leggo dei libri, guardo la tv. E il fatto è che nello scrivere ho migliorato - direi - molto, tra una volta e l'altra. Quindi non è stata la scrittura a farlo, ma probabilmente è stata l'osservazione.