Archive for the ‘writing’ Category

voglio la prescrizione, beninteso

March 8th, 2012

- Buongiorno, ho una prescrizione da effettuare.

- Ha ricevuto una prescrizione dal medico intende?

- Cioè, sì, in effetti. Ecco, desidero essere prosciolto per prescrizione.

- E perché?

- Lo è stato un mio amico. Dice che è una sensazione veramente indimenticabile: la tensione, l'orrore, la paura di finire in carcere, e infine il rilievo, la celebrazione sfrenata.

- Sì, capisco. Comunque temo che lei abbia malinteso. Essere prosciolto per prescrizione non ha niente a che vedere con una prescrizione medica.

- Come sarebbe?

- Vede, la prescrizione in questo caso è una vicenda legale, si tratta di un processo criminale in cui pare sia scattata la prescrizione. Vuol dire che il processo è stato in corso troppo a lungo.

- Lei mi mette in testa una gran confusione. Allora che devo fare per ottenere la prescrizione prosciolta?

- Non è la prescrizione che viene prosciolta, è l'imputato, cioè colui che è processato, che viene prosciolto. Prosciolto l'imputato per prescrizione, cioè prosciolto a causa della prescrizione.

- Il deputato?

- L'imputato.

- Allora devo farmi imputare qualcosa? Ma ciò non fa male da morire?

- No, non deve farsi amputare niente. Senta, adesso bisogna che io passi alla persona seguente, perché per lei non posso far niente. Forse sarebbe meglio per lei farsi altri amici con interessi diverse nella vita.

gli dei

March 7th, 2012

- Lo sai dove sono finiti gli dei?

- Gli dei dici? No, per niente. È da tempo che non se ne sente parlare più. Però a volte mi chiedo cosa sia successo.

- Hai ragione, una volta c'era un fracasso enorme intorno a loro. Si costruivano templi, chiese, si formavano sciamani, rabbini.

- Però sicuramente si fanno preti nuovi da qualche parte ancora?

- Infatti. Comunque, il loro campo professionale si sta sempre restringendo.

- In che senso?

- Nei bei tempi gli dei erano tanti. Si stavano comodissimi in quel splendido palazzo sull'Acropoli; giocavano a carte, sorseggiavano bibite, c'era una comunità. Adesso invece ce n'è rimasto uno solo.

- Poveraccio.

- Già. E invece di sfogarsi con gli amici ha a che fare soltanto con i preti che gli stanno sempre sulle palle adorandolo, leccandogli i piedi e chiedendo favori. Che tristezza.

- Se uno mi viene a adorare un giorno, va bene, non gli dico niente. Ma se poi torna ogni giorno lo butto fuori a calci. Bisogna far capire quando è superato il limite.

- E invece i preti facevano costruire un palazzo per lui, e poi si stavano dentro tutti i giorni, pure chiedendosi perché lui non li veniva a trovare. Magari se fossero andati via lui sarebbe venuto a fermarsi lì ogni tanto per il fine settimana.

- Ma quegli dei di prima non mi sembravano tanto seri. Talvolta severi, però molto giocosi anche.

- Erano greci, sai. Quindi sapevano che cos'è l'allegria. Invece quelli norreni erano molto più tristi. Alcuni erano pure ricoverati per depressione, specie d'inverno che non finisce mai da quelle parti.

siamo seri per favore

March 5th, 2012

- ... dunque poi mi ha detto che non andava bene la minestra, c'avevo messo troppo sale e per di più...

- sssst zitto! Viene qualcuno...

- Chi è?

- Lo riconosco. È il lettore.

- Sicuro che sia lui?

- Assolutamente. Senti, gli giochiamo uno scherzo, ci stai?

- Volentieri, però come si fa se sta leggendo tutto quello che ci diciamo tra noi? Com'è possibile sorprenderlo, ingannarlo?

- Ti faccio vedere. Ecco, secondo me il lettore è una persona molto intelligente.

- Ehehe hai visto che faccia che ha fatto quando ha capito l'inganno. Bene, tocca a me. Dunque, secondo me il lettore è una persona seria e meritevole di rispetto per cui non si devono farle brutti scherzi.

- Mitico! Senti però, non è giusto. Qui ci stiamo divertendo a scapito di una persona che non fa male a nessuno, bisogna smetterla.

- Non ne posso più, mi fa male la pancia dal tanto ridere!

- Dimmi un po', dov'è finito il lettore?

- Hai ragione, è svanito. Che coglione però che si offende per così poco. Beh non importa. Stavo dicendo: la minestra non andava bene perch..

- Zitto! Vedo avvicinarsi un altro...

la fama

March 4th, 2012

- Dunque, lei è una persona celebre?

- Senz'altro.

- E in che modo si è guadagnato la sua fama?

- Sono una cantante di successo.

- Ah davvero? L'abbiamo magari vista in televisione? Oppure sentita alla radio?

- Ma certo che sì, ho avuto diverse hit nelle classifiche.

- Ce ne citerebbe qualcuna? I nostri ascoltatori saranno lieti di conoscere la sua musica.

- Il mio felice esordio anni fa è stato "Il tram che non va da nessuna parte. È rotto." Poi ho sbancato con "Nessuna marcia vuole farsi innestare" e quest'anno ho cantato "Attenzione: pressione d'olio troppo elevata".

- Percepisco un sottofondo diciamo meccanico.

- Davvero? Come mai?

- Lasciamo perdere.

twiteriamo dai

March 3rd, 2012

- Ma tu come hai fatto per diventare un twiterante famoso?

- Ti prego, sono un twiterato.

- Come letterato, ho capito. Ma come ci sei arrivato?

- Per prima cosa bisogna inventarsi un nome utente molto particolare. Attenzione però, non esagerare! Deve pur essere riconoscibile a chi ti segue, tipo italiano ma con un certo fascino. Quindi se ti chiami Roberto non ti iscrivere come Roberto45, fai invece Robertone o qualcosa del genere.

- Robertone13?

- Va beh: robertonismo.

- Ah sì, fa impressione.

- Pur sempre riconoscibile come Roberto, ma non è un nome di tutti i giorni. Invece non ti scegliere R0b3rt0n3 o quella roba lì, è da dilettante.

- Va bene, e poi?

- E poi devi affrontare il twiterare come una cosa da fare con molta disinvoltura, quasi con disprezzo. Quindi non ti mettere a twiterare tutto il giorno, scrivi un paio di pezzi al giorno e finiscila lì. Attenzione però, non scrivere in modo eccitato. Devi scrivere in modo che sembri che hai ben altro da fare, ma che stai twiterando così per dare un'informazione per puro quasi impegno morale. Tipo: se non postassi questo sareste messi male quindi lo faccio di malavoglia pur di salvarvi.

- Hai ragione, ho fatto caso a un atteggiamento così tra i più celebri twiterati. E basta questo?

- Infine c'è la cosa più importante. Devi sempre parlare degli argomenti più in voga. Se parli di cose del tutto sconosciute al pubblico è chiaro che non ti leggerà nessuno. Quindi, la disinvoltura serve per dire le stesse cose dette da tutti, però con un fascino in più. Per esempio, mettiamo che ci sia stato uno scandalo politico e qualcuno lo commenti dicendo "stessi ladri di sempre i nostri politici". Entri tu in scena e fai: "Però di ladri devi vedere gli imprenditori, loro sì che sanno fare."

- Tutto qui?

- Tutto qui.