- Pensi che siamo di nuovo intrappolati dentro a un racconto?
- Guarda dove siamo, questo maledetto deserto lo conosco a memoria. È quello scrittore da due soldi che ce ne sta giocando un'altra delle sue.
- Chi si crede di essere, Calvino?
- Almeno da Buzzati c'era quel castello, qui non c'è niente.
- Guarda che sta facendo nomi per far colpo sul lettore.
- Scommetto che presto nominerà perfino Pirandello.
- Ecco indovinato.
- Sono così stufo di essere la sua marionetta. Ehi, brutto bastardo, mi senti?
- Stai perdendo tempo. Non fa caso alle parolacce.
- Perché no?
- Si crede troppo bonario per questo.
- Che stravagante.
- Povero illuso, pensa di avere dei lettori, intanto scrive delle storielle sconnesse e prive di senso.
- Non si prende neanche la briga di darci dei nomi. Tu ne hai ricevuto uno?
- Macché, non mi chiamo in nessun modo, non posso neanche salutarti da persona civile.
- È così demoralizzante non possedere un nome. Manco si può essere sicuri che il lettore segua il dialogo facendo abbastanza attenzione per distinguere correttamente tra di noi.
- Già, potrebbe facilmente scambiarci l'uno per l'altro.
- Peggio ancora è che non farebbe nessuna differenza. Di fatto non sono del tutto sicuro se adesso stia parlando io oppure tu.